Seminario sull'Affido
“Una famiglia in +”
Sabato 26 maggio 2012 - Perugia
Un vero successo di partecipazione con circa 150 presenze, il seminario che si è tenuto sabato mattina 26 maggio a Perugia sul tema dell’affido familiare. Amministratori degli enti locali, assistenti sociali, educatori di comunità, famiglie, studenti hanno risposto all’invito, per riflettere insieme sull’affido familiare, un tema che già da anni è stato promosso e sostenuto dai servizi sociali, quale forma privilegiata di accoglienza di un minore che vive situazioni di difficoltà nella sua famiglia d’origine.
Nel seminario, anche in base alle relazioni svolte, si è potuto capire che nell’ambito della affido è possibile trovare un terreno comune dove credenti e laici possono collaborare.
Abbiamo scelto il titolo “Una famiglia in +” ha detto Gabriella Marino, presidente dell’associazione Aquila, pensando alle famiglie affidatarie che accogliendo un minore in casa, acquistano non una croce, come potrebbe essere letto il segno +, ma veramente qualcosa in +.
Infatti sembra, da indagini svolte, come ad esempio avere in casa un figlio disabile comporti nei figli “normali” una maggiore capacità di realizzarsi nella vita, grazie a quel qualcosa in + ricevuto in famiglia come equilibrio, maturità e capacità di adattarsi alle situazioni. Il + vale anche per la società civile: un giovane che non ha problemi è una ricchezza, un adulto con problemi è un costo sociale.
Ma da dove nasce l’affido? Una volta era una cosa naturale: la parentela o il buon vicinato era una garanzia per i più piccoli, che non erano accuditi solo dai propri genitori. Oggi, lo sappiamo, le famiglie sono sole, spesso sono monoparentali, sono straniere, non hanno una rete di relazioni e di solidarietà che le supporta.
E’ questo che si vuole in qualche modo ricostituire, sostenendo e promuovendo, oltre all’affido tradizionale a tempo pieno quelle che vengono chiamate forme di “affido leggero” (qualche giorno durante la settimana e per qualche ora durante il giorno).
L’intento del seminario è stato quello di informare per divulgare la cultura dell'affido. “ E' vero che può sembrare un invito per famiglie 'speciali' che riescono a prendersi cura non solo dei propri figli ma anche di quelli degli altri, - scrive nell’invito alle famiglie Gabriella Marino - ma in realtà a tutti può essere successo, in piccolo, di aver tenuto anche solo per qualche ora il figlio di qualcun'altro, per esempio un compagno di scuola o il figlio di un vicino e di aver così già sperimentato una piccola forma d'affido. E così come i nostri figli non sono nostri, così anche i figli non nostri sono nostri.”
E quali sono le motivazioni che spingono una famiglia a dare la disponibilità ad accogliere?
“Non è un atto di carità, è un fare, un dovere, per rispondere al diritto del bambino di essere amato, sentirsi accolto, protetto, abbracciato” ha detto Don Carlo Rocchetta, ispiratore dell’associazione Aquila, “E’ una cittadinanza nuova, un modo per sentirci attivi di fronte alle difficoltà del mondo” hanno detto le assistenti sociali che da anni si interessano di affido. “L’esperienza delle famiglie che in questi anni hanno aperto, anche più volte, la porta della loro casa e del loro cuore, è stata ed è sicuramente un’esperienza impegnativa, faticosa , a volte appagante per tutti, a volte difficile e apparentemente infruttuosa. Tanti sono i sentimenti, le emozioni, le paure nel saper accogliere e saper lasciare, sia da parte della famiglia d’origine che da quella affidataria. Al centro c’è il bambino o il ragazzo che sicuramente con una famiglia in + può sentirsi arricchito, sostenuto, meno solo, più tranquillo.“
Non sentirsi sole, è la richiesta che viene dalle famiglie che hanno dato la loro disponibilità e l’associazione Aquila vuole sostenerle, come ha fatto nell’ultimo anno della sua attività, mediante incontri di formazione, gruppo di auto mutuo aiuto e ricerca di famiglie che anche se non accolgono direttamente dei bambini o ragazzi sono di sostegno alle altre.